IL PROMONTORIO, IL DOLCE, IL SANTO
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Ispiratore del nome del nostro club, è uno dei luoghi più suggestivi della riviera veneta gardesana; laddove, al tramonto, il sole si tuffa nel lago dopo avere giocato a lungo con i contrafforti montuosi, scivolando lungo i quali giunge infine a tuffarsi nelle acque del Benaco in un trionfo di colori intenso ma tenue al tempo stesso. E' quella striscia di terra chiamata Punta San Vigilio, ove la cinquecentesca Villa Guarienti troneggia tra gli olivi e tra un gruppo di cipressi appare l'antica chiesetta di San Vigilio. Dal suo piccolo porto si può contemplare tutto il bacino meridionale del lago. Il guidone del club rappresenta il simbolo dei Lions che indica metaforicamente Punta San Vigilio attraverso il digradare dei contrafforti del monte Baldo. |
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preparazione:
si monta il burro ammorbidito con lo zucchero, aggiungere uova, buccia
di limone grattugiata, farina, sale e lievito; amalgamare bene e aggiungere
l'uvetta ammollata e asciugata. Su una placca da forno disporre dei mucchietti
di impasto delle dimensioni di una piccola noce, infornare a 200° per
circa 12 minuti. torna all'inizio |
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San
Vigilio nacque verso il 364 d.C. da famiglia di origine romana. Nella
seconda metà del IV secolo viene consacrato terzo vescovo di Trento,
da sant'Ambrogio, vescovo di Milano, durante il pontificato di papa
Siricio. Una gran parte del territorio della sua diocesi non è ancora
evangelizzata e mancano gli evangelizzatori, per cui chiede aiuto proprio
ad Ambrogio per avere validi missionari. Sant'Ambrogio,
col quale Vigilio tiene una corrispondenza epistolare, invia alcuni
cristiani provenienti dalla Cappadocia (nell'attuale Turchia): Sisinnio
e i fratelli Martirio e Alessandro. Il vescovo Vigilio affida loro la
predicazione nella parte occidentale della diocesi costituita dalla
regione dell'Anaunia (Val di Non) compito assai arduo per l'ostilità
delle popolazioni. Lo stesso vescovo prepara i suoi inviati ad evangelizzare
attraverso l'esempio della loro vita, con amicizia e carità. L'evangelizzazione
porta i suoi frutti, i tre sono accolti, divengono soccorritori e amici
di tutti. La loro casa diventa un luogo di assemblea e di preghiera.
Dopo una decina di anni, accade però un evento tragico: a Sanzeno scoppia
una lite tra pagani e un cristiano che si era rifiutato di venerare
la statua del dio Saturno. Una parte della popolazione rimasta legata
ai culti pagani individua nei tre missionari i responsabili della presenza
cristiana e li percuote a morte per poi bruciarli. I loro resti vengono
raccolti con cura e amore proprio dal vescovo Vigilio, che però non
cambia il suo stile di pastorale evangelica. Non solo perdona i responsabili
del martirio dei suoi missionari, ma lui stesso intercede per loro chiedendo
la grazia all'imperatore Onorio. Le reliquie dei tre evangelizzatori
vengono inviate a Costantinopoli, dove le accoglie san Giovanni Crisostomo,
e a Milano, dove ad accoglierle c'è il succesore di Ambrogio, san Simpliciano.
Nel XX secolo parte di quei resti ritorneranno nella chiesa di Sanzeno
in Trentino. Non si hanno invece notizie certe sulla morte di Vigilio.
La storia del suo martirio per lapidazione avvenuto in Val Rendena,
dove egli stesso si era recato ad evangelizzare, non è creduta dagli
studiosi. Di questa leggenda resta una diffusa iconografia popolare
che lo rappresenta con accanto uno zoccolo, ritenuto lo strumento del
suo martirio. I suoi resti sono custoditi nel Duomo di Trento. La sua
festa si celebra il 26 giugno.
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